In letteratura si trovano più studi dell’applicazione del plasma in vuoto alla pulitura di manufatti artistici. Ma l’utilizzo del plasma in vuoto è limitato da fattori intrinseci: la dimensione dei manufatti è limitata al volume della camera a vuoto, tutta la superficie del manufatto viene trattata in modo non selettivo, il processo risulta costoso, ma il limite più importante è la mancanza di controllo da parte del restauratore.
Il progetto europeo PANNA ha reso possibile la realizzazione di un dispositivo al plasma atmosferico specifico per i beni culturali e oggi prodotto e commercializzato da Nadir. Le caratteristiche peculiari del
Nadir Plasma Jet, oltre a non avere gli svantaggi del plasma in vuoto, sono la temperatura di trattamento al di sotto dei 40°C, le dimensioni adatte all’utilizzo manuale, la possibilità di gestire il jet in termini di potenza e di velocità di trattamento, così che il metodo di pulitura al plasma risulti selettivo e graduale, e quindi controllabile dall’operatore.
All’interno del progetto PANNA differenti studi sperimentali hanno portato risultati positivi per il settore del restauro su molteplici substrati e diverse tipologie di degrado.
Uno di questi studi mirava all’utilizzo del Plasma Jet per la rimozione di materiale organico su substrato lapideo. Nello specifico è stata valutata la rimozione plasma assistita di resina epossidica (Araldite®) stesa su pietra d’Istria e invecchiata artificialmente. Il Plasma Jet è stato utilizzato puntualmente e in configurazione ossidante: al gas di sostegno del plasma (argon) vengono aggiunte basse concentrazioni di ossigeno, in modo da velocizzare reazioni di rottura dei legami chimici con ossigeno atomico.
Test di caratterizzazione mediante spettroscopia infrarossa e profilometria a contatto hanno evidenziato che il Nadir Plasma Jet è in grado di produrre uno spot di pulitura del diametro di 8 mm, rimuovendo completamente uno spessore di resina epossidica di decine di micrometri.
E’ stato quindi sperimentato un innovativo metodo di pulitura per il settore del restauro, metodo di non contatto, che non fa uso di solventi e non produce scarti dovuti alla pulitura, ma sublima le patine organiche in composti volatili non dannosi, come acqua e anidride carbonica.